dal Giornale di Brescia 19/05/09
Il «Gnaro» di Gardone sta riparando la stazione meteorologica più alta del mondo, a 8mila metri
Il racconto fa rabbrividire: «Le raffiche erano mostruose, soprattutto sul Colle Sud, dove è installata la stazione di rilevamento atmosferico. Una bufera che non ho mai visto in vita mia». Sì, il racconto fa rabbrividire, soprattutto se si pensa a che a parlare è Silvio Mondinelli, il «Gnaro» di Gardone Valtrompia, uno dei più grandi alpinisti del pianeta. Uno che è riuscito a raggiungere tutte le quattordici vette più alte del mondo. Uno, in sostanza, che di bufere ad alta quota se ne intende sul serio.
Ma facciamo un passo indietro. In queste settimane il cinquantaduenne «Ragno di Valtrompia» si trova sull’Everest per una missione tanto importante quanto delicata: deve verificare le condizioni di Aws South Col, la stazione meteorologica più alta della terra, piazzata lo scorso anno dallo stesso Mondinelli a quota 8mila metri, al termine della fortunatissima spedizione «Share Everest». Da qualche tempo il congegno ha qualche problema: compito del «Gnaro» è appunto quello di intervenire e risolverli. Più facile a dirsi che a farsi, se si pensa che il tutto avviene in condizioni estreme: lassù la temperatura si aggira sui 20-25 gradi sottozero. L’alpinista bresciano ha lavorato per circa quattro ore, senza utilizzare bombole d’ossigeno, ma alcuni imprevisti e appunto le pessime condizioni climatiche non gli hanno permesso di completare l’operazione.
«È stato veramente difficile - ha spiegato Mondinelli -. Purtroppo i pannelli e le batterie erano danneggiati. Sostituire il palo dell’alimentazione e ripristinarla è stato un lavoro lungo. Dovremo tornare su tra qualche giorno per sostituire i sensori rotti». I sensori in questione sono quelli relativi a vento e umidità, ma negli ultimi giorni erano sorti problemi anche al sistema di alimentazione, che il Gnaro è riuscito a ripristinare recuperando le parti funzionanti, grazie anche ai consigli del tecnico Giampietro Verza, collegato via radio dal Laboratorio Piramide. «Quando è arrivato lassù - ha raccontato Verza, responsabile stazioni meteo del comitato EvK2Cnr - Silvio ha trovato il cavo di un pannello strappato e dei danni ad un altro, alle batterie e ai regolatori. Per fortuna la stazione è rimasta sempre operativa, continuando a trasmette i dati atmosferici».
Mondinelli è quindi ridisceso al campo base, a quota 5300, portando con sè due pannelli e una batteria della stazione: tutti pezzi che dovranno essere riparati e sostituiti. Sarà quindi necessario un ritorno al Colle Sud nei prossimi giorni. Sempre che le condizioni atmosferiche lo permettano, ovviamente.
Il «Gnaro» di Gardone sta riparando la stazione meteorologica più alta del mondo, a 8mila metri
Il racconto fa rabbrividire: «Le raffiche erano mostruose, soprattutto sul Colle Sud, dove è installata la stazione di rilevamento atmosferico. Una bufera che non ho mai visto in vita mia». Sì, il racconto fa rabbrividire, soprattutto se si pensa a che a parlare è Silvio Mondinelli, il «Gnaro» di Gardone Valtrompia, uno dei più grandi alpinisti del pianeta. Uno che è riuscito a raggiungere tutte le quattordici vette più alte del mondo. Uno, in sostanza, che di bufere ad alta quota se ne intende sul serio.
Ma facciamo un passo indietro. In queste settimane il cinquantaduenne «Ragno di Valtrompia» si trova sull’Everest per una missione tanto importante quanto delicata: deve verificare le condizioni di Aws South Col, la stazione meteorologica più alta della terra, piazzata lo scorso anno dallo stesso Mondinelli a quota 8mila metri, al termine della fortunatissima spedizione «Share Everest». Da qualche tempo il congegno ha qualche problema: compito del «Gnaro» è appunto quello di intervenire e risolverli. Più facile a dirsi che a farsi, se si pensa che il tutto avviene in condizioni estreme: lassù la temperatura si aggira sui 20-25 gradi sottozero. L’alpinista bresciano ha lavorato per circa quattro ore, senza utilizzare bombole d’ossigeno, ma alcuni imprevisti e appunto le pessime condizioni climatiche non gli hanno permesso di completare l’operazione.
«È stato veramente difficile - ha spiegato Mondinelli -. Purtroppo i pannelli e le batterie erano danneggiati. Sostituire il palo dell’alimentazione e ripristinarla è stato un lavoro lungo. Dovremo tornare su tra qualche giorno per sostituire i sensori rotti». I sensori in questione sono quelli relativi a vento e umidità, ma negli ultimi giorni erano sorti problemi anche al sistema di alimentazione, che il Gnaro è riuscito a ripristinare recuperando le parti funzionanti, grazie anche ai consigli del tecnico Giampietro Verza, collegato via radio dal Laboratorio Piramide. «Quando è arrivato lassù - ha raccontato Verza, responsabile stazioni meteo del comitato EvK2Cnr - Silvio ha trovato il cavo di un pannello strappato e dei danni ad un altro, alle batterie e ai regolatori. Per fortuna la stazione è rimasta sempre operativa, continuando a trasmette i dati atmosferici».
Mondinelli è quindi ridisceso al campo base, a quota 5300, portando con sè due pannelli e una batteria della stazione: tutti pezzi che dovranno essere riparati e sostituiti. Sarà quindi necessario un ritorno al Colle Sud nei prossimi giorni. Sempre che le condizioni atmosferiche lo permettano, ovviamente.